L’avvocata: passione e determinazione nella difesa dei diritti

Ci sono momenti nella vita professionale che ripagano di tante amarezze, sacrifici, frustrazioni e bocconi amari da ingoiare; ci sono momenti che danno il senso ad ore e giorni trascorsi ripiegati su codici e fascicoli per consultare norme, reperire precedenti di giurisprudenza, analizzare dettagli, scandagliare la vita delle persone per cogliere nelle pieghe di fatti, parole, sentimenti, emozioni, la verità sostanziale che non sempre purtroppo, coincide con la verità processuale;

ci sono giorni nella vita di un avvocato, in cui ci si sente addosso, in modo più gravoso che in altri, il peso della toga, di quel drappo nero, apparentemente leggero e frusciante che pero’ spesso avvolge isolando dal mondo circostante, immergendo chi la indossa nella grave solitudine della responsabilità di una scelta difensiva, di un intervento tempestivo e indifferibile per tutelare una persona e i suoi diritti inviolabili..

…e tutto cio’ mentre magari per gli altri e’ un giorno di festa, un giorno di riposo dal lavoro, un giorno di vacanza, un giorno da dedicare alla famiglia, agli affetti, alle proprie passioni ed interessi che invece retrocedono sempre di piu;

ci sono momenti nella vita di un avvocato in cui di colpo e con nitida fierezza, ci si accorge dell’importanza del proprio lavoro, dello studio, dei sacrifici, delle rinunce a tanti momenti di spensieratezza, della importanza della determinazione e caparbieta’ nella difesa dei diritti, in sostanza della funzione e del ruolo sociale e irrinunciabile dell’avvocatura, ruolo e funzione che ormai troppo spesso, da diverso tempo e da più parti, si tende a sminuire, ad annullare, a sporcare, a calpestare, nel maldestro tentativo di accomunare la nostra professione, antica e nobile, ad un qualunque altro mestiere, soggetto solo a logiche mercantilistiche.

Ci sono giorni nella vita di un’avvocata in cui si ottiene la grande soddisfazione umana, morale e sociale, ancor prima che professionale, di aver ottenuto giustizia con una condanna esemplare, verso chi con odioso maschilismo, disprezzo ed arroganza, approfittando anche della superiorità gerarchica e dell’omertà di chi non ha voluto vedere e raccontare, ha violato ripetutamente una donna nella sua dignità di persona, di donna e di lavoratrice.

Ci sono giorni in cui quella toga, cui abbiamo prestato giuramento, restituisce dignita’, coraggio, lacrime, non di dolore ma di gioia, a chi aveva perso fiducia nel prossimo e forse anche nella giustizia.

Fosse anche solo per un giorno come questo, vale la pena indossare la toga ed essere fieri di svolgere la professione più bella del mondo.

Avvocatessa Lucia Elsa Maffei